L’arte di appassire in silenzio: Giuseppe Pignatello si racconta

Posted by on Apr 17th, 2023 and filed under Akkuaria, News, Poesia. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. Both comments and pings are currently closed.

La poesia è stata per me un modo per riprendere in mano la vita che mi era stata rubata. Era come se avessi in me da tutta la vita un fuoco dentro che cercava carta a cui parlare di sé e del mondo.
In questo libro, parlo di Amore in tante sfaccettature e fasi che ho vissuto sulla mia pelle.
Se dovessi portarvi dentro la mia storia in maniera totalmente coinvolgente dovrei raccontarvi di una persona che tutto è tranne che poetica.
Dovrei insomma dipingervi il ritratto di un mostro che è molto lontano dalla poesia che trovate ne L’arte di appassire in silenzio.
Non mi dilungherò sulla persona che mi ha portato a scrivere, non serve. Ne è passato di tempo.
Quello che voglio esprimere con questo libro è proprio l’esperienza di sentirsi annullati da qualcuno che si ha amato più del previsto, per poi lentamente rialzarsi e reimparare a camminare come un bambino.
Hai bisogno di qualcuno che ti tenga le mani passo dopo passo finché non torni sulla via da solo.
E per me sono state tante le persone che mi hanno accompagnato in questo percorso d’anima, e altrettante sono state le persone che invece sono andate via.
Però son qui, son vivo e ci sono.
Appassire in silenzio vuol dire proprio questo: come un fiore che si spegne su se stesso lasciando un piccolissimo germoglio, chi ha amato davvero ed ha sofferto un abbandono brusco e abusivo lascia, mentre si deteriora, un ‘piccolo diamante’ che non s’è ancora spento.
In silenzio perché mentre il frastuono del mondo sempre in movimento impedisce di guardarsi, io ho deciso invece di fermarmi, e non è stato facile.
Chi tace e muore piano piano riesce a intravedere negli occhi degli altri una sfumatura diversa, un sorriso che urla, un volto che parla di vita nascosta.
Nel mio cammino di terapia e guarigione del cuore ho ‘passeggiato’ con moltissime persone di ogni età ed ognuna mi ha mostrato qualcosa di diverso per rinascere.
Però questo libro parla dell’appassire, dell’Amore che ti invade quando le tue difese sono minime.
Un sentimento così imponente per un piccolo cuore che si è appena sporto per ‘guardare oltre la scogliera per la prima volta’.
Tanti attraversano questa tempesta e, come scrive Murakami, ‘ quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo.
Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c’è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato’.
Ma in questa tempesta figurativa è importante non scordarsi che si è vivi, che si deve sentire il proprio ‘io’ e mai lasciarlo andare.
Abbiamo dentro una voce, un’Eco che ci ricorda chi siamo e dove stiamo andando.
Purtroppo, e questo lo si legge dalla presentazione scritta da Chiara, io questo percorso l’ho smarrito e quasi più visto.
Non è un tabù, dopo una relazione tossica ci si sente così persi da non voler più provare niente.
Da qui la citazione che ho scelto per introdurre il lettore nelle mie parole.
André Aciman in Chiamami col tuo nome illustra esattamente la chiave per sentirsi vivi: provare qualcosa.
Rifugiarsi nell’apatia ci allontana dal mondo intero finché non vediamo più Luce. Ma è appunto uno spreco.
Già Sofocle nella tragedia greca parlava di Mathei Pathos, della conoscenza che porta al dolore. Ma senza autoconsapevolezza e metacognizione non arriviamo mai a conoscerci.
E conoscere quello che abbiamo nel cuore e nell’anima, per me, ci permette di conoscere l’altro e Amarlo.
La poesia è stata una fiamma che mi ha permesso di rivisitare il mondo con gli occhi di un
bambino rinato da un brutto incubo.
Mi ha tenuto la mano quando amavo e quando non sono più stato amato.
Quando vedevo il ‘mondo invisibile’ nei volti delle persone e quando il buio ricopriva tutto.
Mi ha salvato la vita.
E, come scrive Chiara, questa mia fiamma di vita ha bruciato sulla carta.
L’arte di appassire in silenzio è per me un modo per entrare in contatto con l’emozione del lettore.
É un mio donarmi a chi sente il bisogno di essere compreso e visto in questo Labirinto che, con l’aiuto di molti, ho attraversato.
È un passaggio di testimone, una voce del cuore che si fa vita mentre la si legge.

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