Una notte con Neil Armstrong

Posted by on Aug 27th, 2012 and filed under Recensioni. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. Both comments and pings are currently closed.

Neil ArmstrongEra il 16 luglio del 1969 il giorno in cui la N.A.S.A. iniziò il conto alla rovescia. L’evento, trasmesso dalla base spaziale di Cape Canaveral, tenne sveglie in tutto il mondo centinaia di milioni di persone, attaccate al televisore per seguire l’evoluzione della missione.
La prima lunga notte della storia della televisione.
Alle 4.57 ora italiana del 21 luglio, Neil Armstrong, appena allunato, pronunciò la frase che segnò la storia: “Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un passo gigantesco per l’umanità.”
Grazie all’opera coraggiosa degli eroi dell’Apollo 11 eravamo entrati nel futuro e molte cose cambiarono aspetto.
 
Appena informata dal TG della dipartita di Neil, un profondo senso di commozione è stato accompagnato da timide lacrime spuntate all’improvviso.
Ci sono “persone” che fanno parte della nostra vita. Non le frequenti né sai nulla della loro vita, però diventano parte integrante, quasi parenti… e ci accorgiamo della loro “mancanza” nel momento in cui le perdiamo.

Neil Armstrong, come un novello Adamo, è stato il primo a mettere il piede sulla luna, ma anche il primo uomo che mi ha permesso di trascorrere la mia prima notte fuori casa, naturalmente con il permesso di papà!
Ricordo la tensione, l’emozione della più grande conquista del mondo che si condivise con tutti: si stava conquistando il “futuro” e grazie all’eurovisione si è rimasti svegli, troppa grande era l’eccitazione perché si potesse pensare di andare a dormire.
In quella notte si è sognato di tutto e di più e ogni cosa bastava pensarla perché diventasse già fatta! Eravamo tutti un’unica anima pulsante del mondo e per la prima volta uniti dallo stesso desiderio e dagli stessi ideali di fratellanza. Non più bianchi o neri, gialli o rossi, ma semplicemente un’umanità accomunata dalla conquista della luna.

Quella calda notte di luglio a Catania, in tutte le case le TV erano accese e quelli che non sopportavano il caldo asfissiante erano riversate sul lungo mare di piazza Europa. Le notizie dell’allunaggio si seguivano attraverso le radioline a pile, magari comperate per l’occorrenza.
Come eravamo giovani allora! Giovani e pieni di sogni e guardavamo con fiducia al futuro che con questa conquista si presentava più roseo e luminoso. Una notte in cui tutti i progetti erano possibili, progetti che erano semplicemente attinte dalle ipotesi ricavate da ciò che ognuno di noi ragazzi poteva far uso dalla sola conoscenza di allora. La comunicazione telefonica in tempo reale con la luna, il cibo in pillole, i viaggi interstellari erano solo mere fantasie propinate dai film di fantascienza. Lo schermino televisivo da portare al polso, altri suppellettili del genere, cellulari, ipad e quant’altro invece  
hanno visto poi la reale luce quarant’anni dopo…

Allora eravamo giovani di bella speranza, la droga non era un argomento che ci interessava, non lo conoscevamo neppure. Le nostre discussioni e gli interessi dei ragazzi allora erano rivolti a tutt’altro, a cosa avremmo fatti da grande. Le ragazze, sognavano attraverso le storie d’amore pubblicate a puntate su Sogno e Grand Hotel, e solo le più trasgressive compravano Cosmopolitan, il mensile americano rivolto alle donne che trattava parecchi argomenti. Il più interessante era il sesso, un universo sconosciuto ai più.
I modelli ideali per le ragazze erano dettati da personaggi come Mafalda, Charlie Brown, Snoopy mentre per i maschi i vecchi amici erano Black il macigno, Capitan Miki, Nembo Kid, i fedeli compagni che con le loro avventure e il loro senso dell’onestà inculcavamo il concetto che alla fine della giustizia trionfava sempre.

Eppure solo adesso mi rendo conto di come la conquista della luna in qualche maniera aveva segnato un input importante per il cambiamento epocale e a leggero ridosso del ’68, nella Catania di allora, lontana dalle tantissime tentazioni della modernità, aveva spinto i più intraprendenti ad affittare garagi o scantinati dove i giovani si riunivano per ascoltare musica, ballare, fumare e consumare coca cola negli angoli bar appositamente allestiti.  Il sogno americano continuava con il piacere di ascoltare il soul, il rhythm and blues e anche il jazz. Frank Sinatra, Aretha Franklin, Ray Charles, Ella Fitzgerald, Wilson Pickett, Otis Redding erano i cantanti alternativi a Mina, Celentano e ai tanti altri.
Ed eccoci ad oggi a raccogliere i cocci dei nostri sogni americani!

Ma ritorniamo ai nostri sogni e ripercorriamo la vita di Neil Armstrong, nato a Wapakoneta il 5 agosto del 1930, l’astronauta e aviatore statunitense, il primo essere umano a posare piede sulla luna, un uomo che dopo aver rischiato seriamente la sua vita nei numerosi incidenti occorsi viaggiando su aerei o navicelle volanti,  il 25 agosto 2012 a Cincinnati è stato stroncato
dai postumi di un quadruplo bypass. Aveva da poco spento la sua 82esima candelina in compagnia delle persone più care. Aveva scelto di vivere lontano dai riflettori anni e da decenni non partecipava più alla vita sociale né rilasciava interviste.
Pur nel suo isolamento aveva autorizzato James Hansen, lo storico della Nasa, a scrivere “FIRST MAN”, una dettagliatissima biografia dalla quale emerge la figura di un uomo dalla disarmante normalità.
 
Un’altra stella si è aggiunta negli astri del firmamento, una stella che per l’eternità continuerà a brillare di luce propria e che molto probabilmente continuerà a far sognare quell’altra vita possibile che noi tutti ci auspichiamo.
Grazie Neil…
 
Vera Ambra

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