Si torna a Butera, per partecipare alla cerimonia di premiazione del Premio Letterario Internazionale “Fortunato Pasqualino”.
Sono solito frequentare questo Premio già da diversi anni; ho sempre voluto prender parte alla competizione, nonostante la distanza (vivo a Roma…), per potermi confrontare con i “colleghi” poeti e prosatori, per condividere con loro versi ed esperienze vissute nel corso dell’anno precedente e, non da ultimo, per trascorrere una piacevole giornata all’insegna dell’Arte.
Conosco ormai da vicino i promotori di questa “nobile” rassegna (la cara amica Vera Ambra, su tutti) e ne riconosco un’onestà intellettuale ben difficile da trovare altrove, specialmente in ambito di concorsi…
Sono legato a questa iniziativa da ricordi molto importanti, primo fra tutti il primo scambio verbale con quella che poi sarebbe diventata la mia fidanzata attuale, Maristella.
Questa non brevissima premessa, per sottolineare che la nostra discesa in terra di Trinacria non è stata affatto favoreggiata da qualsivoglia speranza di vittoria… ed invece… «l’opera prima classificata nella sezione “Poesia” è  “Sul finir del giorno” di Antonio Contoli…».
La meraviglia in quel momento è stata tanta… quanta almeno la soddisfazione d’essere arrivato primo.
“Sul finir del giorno” è una poesia scritta un po’ per caso, come forse bisognerebbe fare sempre, senza condizionamenti o propositi diversi dal voler esternare un ricordo, un sentimento, un’intuizione.
Una poesia decisamente diversa dalla mia produzione attuale: è ormai qualche anno che mi diletto a comporre quasi esclusivamente haiku.
Una poesia pensata, o meglio ispirata da mio padre; figlia di 42 anni di scambi, dialoghi e confronti, talvolta anche furenti, ma in ogni caso sempre appassionati e schietti, avuti col mio genitore.
Una poesia quindi, per certi versi, molto “intima”… che forse non avrei mai mandato ad un concorso…
Ma quello organizzato da Vera -a mio avviso- non può dirsi un “semplice” concorso (sarebbe riduttivo…); il “Fortunato Pasqualino” è un luogo ideale, dove si possono portare ricordi, sentimenti, intuizioni, prima ancora che endecasillabi.
Ed allora ricordo il motivo che mi ha spinto a partecipare proprio con questo brano.
E ancor di più mi onora la stretta di mano della Giuria e l’applauso dei presenti.
Perché ho partecipato anch’io a questa bellissima condivisione, senza la quale la Poesia non sarebbe altro che un mucchietto di freddi versi ed inutili rime.