Lettera ad Angela

Posted by on Jul 31st, 2012 and filed under Solidarietà. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. Both comments and pings are currently closed.

Lettera aperta a Angela Rendo, promotrice e organizzatrice dell’Evento Tutti in passerella
promosso dal Coordinamento Regionale Sicilia Famiglie Disabili Gravi e Gravissimi

Carissima Angela,
domani quando leggerai questa mia, io spero che starò dormendo. Sono quasi le tre e mezza di notte e il sonno non vuole assolutamente arrivare, per questo mi sono alzata dal letto e ho accesso il computer per dirti delle cose che forse domani saranno fuggite già via dal mio cervello.
 
Sono passate molte ore dalla conclusione di una serata che sicuramente – nel suo piccolo – ha segnato una pagina di storia a Catania e di sicuro nella vita di quei 34 bambini che sono stati straordinari protagonisti della scena che tu stessa hai voluto “disegnare” a tutti i costi per segnare un passo in avanti nel progetto che testardamente ti sei impegnata a concludere.
 
Ti confesso con molta sincerità che ero molto preoccupata nel dover affrontare, tutte in una volta, tante “disabilità”  soprattutto quella che temevo di più: dieci bambini autistici tutti insieme!
Le mie consulte con gli “addetti ai lavori” e in particolar modo con mia figlia Carla, che è una psicologa che vive a Roma da molti anni. Lei stessa, per telefono, in poco tempo mi ha istruito  su come affrontare la questione, soprattutto dal punto di vista psicologico mio personale.
Fino a mezza giornata fa non avevo mai visto un bambino autistico né sapevo che faccia avesse né come si comportasse.
A dirti il vero non ho avuto nemmeno il tempo di rendermi conto del perché mi sono ritrovata a preparare di punto in bianco tutti i bambini, da un palmo e mezzo di altezza fino a un metro e settanta… a socializzare con il palco e fargli fare le prove di “sfilata”.
Ebbene, era almeno un ventennio che non mi occupavo più di bambini, ossia da quando i miei sono cresciuti ed ho affrontato altre tematiche…. però i bambini, in qualunque parte del mondo e in qualsiasi epoca, sono sempre bambini e tra di loro hanno una facilità comunicativa che gli adulti hanno scordato da tempo. I bambini sanno guardarsi negli occhi e capirsi senza troppi giri di parole, basta darsi la mano e sorridere.
Durante quest’ora e mezza di “prove” fatte alla buona su un palco enorme, addobbato per ospitare con tutti i santi crismi un grande evento, questi piccoli protagonisti, scimmiottando movenze e ancheggiamenti da grande stars, tutti si sono subito impadroniti della scena.
D’accordo che l’ordine della scaletta e gli accoppiamenti che tu hai tanto studiato per creare un buon equilibrio tra bambini “differenti” tra loro per età, disabilità e normalità, non è servito a nulla. Ti assicuro che io ne ero certa, così com’ero certa che tutto sarebbe andato bene ugualmente. Conosco bene la la magia che sa creare un evento quand’è fatto con il cuore e chi ha collaborato il cuore ce l’ho a messo tutto. So bene che quando un riflettore s’accende sul palco e la musica accompagna la scena ogni cosa si anima con una veste nuova e la magia prende forma.
Io ero vigile dietro il palco, con le mani e le braccia che all’improvviso diventavano lunghi tentacoli per frenare o riprendere gli impazienti pronti a schizzare via sulla scena.
Il miracolo era accaduto!
Quelli che erano stati i miei timori; la paura che i bambini autistici non potessero reggere lo stress di un ambiente troppo inusuale e diverso dalla loro “costante” ripetitività quotidiana, che potessero essere colti da un momento all’altro da un attacco di panico… ecco che ogni preoccupazione svanisce di colpo e una grande calma e gioia mi coglie alla grande.
Come tanti soldatini in marcia si sono avvicendati sul palco, mostrando una naturalezza inimmaginabile e con la stessa capacità hanno lasciato il posto agli altri “colleghi” pronti a mostrare la loro bravura.
E che dire degli applausi a scena aperta? Tutti meritati!
Al di là delle mie previsioni nefaste, la gioia che ho letto negli occhi di tutti loro mi ha fatto fermamente credere che l’idea di “integrazione sociale” può diventare – anzi deve diventare – una realtà tangibile e sostenibile.
Hai ragione tu nel dire che le barriere esistono solo nella nostra mente. È la società che tutti i giorni ci insegna a etichettare ogni cosa, a dare un termine specifico per indicare questo o quell’altro, ma io sono sempre stata convinta che i bambini – qualunque sia la loro condizione sociale o di salute – sono sempre bambini e i bambini hanno bisogno di certezze d’amore, di rispetto e soprattutto della mano ferma dei propri genitori.
Io – ieri sera – per un attimo ho toccato una grande gioia, una gioia che ha pienamente soddisfatto la fatica e l’impegno che ho profuso nello starti accanto e sostenerti in questo sforzo immane. Sono tornata a casa annoverando nel bilancio delle mie vittorie due baci sulla guancia di due bambini autistici. Ho semplicemente chiesto loro di darmelo ed è stato un gesto bello e spontaneo… guarda che mi viene da piangere mentre te lo dico. E adesso lo vorrei sul serio versare una tonnellata di pianto per tutto ciò che ho visto e toccato con mano.
So che quando finirò di scriverti lo farò sicuramente però adesso voglio vestirmi il cuore con la speranza più verde perché so che qualcosa oggi è nata… diamole il tempo  di crescere e diventare  infinitamente grande…
Voglio ringraziare te a nome di tutte le mamme. Voglio ringraziare il tuo coraggio e il coraggio di tutte le mamme che come te si spendono ogni giorno tra le mille difficoltà che solo in pochissimi capiscono.
Dobbiamo fare in modo che i bambini stiano con i bambini, che giocano insieme e insieme si divertono e diventano adulti.
Io sono certa certissima che esiste una chiave per entrare nel cuore e nella testa dei bambini autistici, c’è e dobbiamo semplicemente trovarla: me lo hanno detto i loro occhi.
 
Adesso ti abbraccio e nell’augurarmi che il sonno possa addormentare la mia stanchezza ti saluto con la certezza che una nuova idea… ci possa vedere nuovamente entrambe protagoniste sulla scena dei bambini.
 
Per un futuro migliore.
vera ambra

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