Pasta fatta in casa di Luca Murano al Premio L’Ebbrezza della vita

Posted by on Dec 10th, 2019 and filed under Akkuaria, News. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. Both comments and pings are currently closed.

Dario Miele – Luca Murano – Vera Ambra

Per la Sezione Racconti editi del concorso letterario L’ebbrezza della vita” si classifica al primo posto la raccolta di racconti di Luca Murano “Pasta fatta in casa, sfoglie di racconti tirate a mano”.

« A metà dell’opera però un crampo alla pancia mi fece capire che il mio intestino aveva altri piani… mi sedetti sulla tazza del cesso appena un attimo prima di evacuare… per qualche istante rimasi con l’orecchio teso e il buco del culo dolorante..»

Un piccolo estratto della raccolta. Esilarante, divertente, con un linguaggio irriverente e fuori dagli schemi.

Non fa sconti a nessuno l’autore, trascendendo a volte nella scurrilità del linguaggio quotidiano, utilizzando dialoghi molto “reali” quasi come se si trattasse di un copione di una fiction tv. Dialoghi crudi, forti, veloci, lo stile è sempre intenso e mai banale.
Uno stile narrativo che richiama anche se alla lontana Bukowski con il suo “realismo sporco”, dove le manie, i difetti, i vizi dell’uomo venivano spiattellati in maniera nuda senza filtri o veli narrativi che potessero addolcirne il sapore amaro.
Luca Murano ci mostra dei personaggi in preda alle ansie, ai problemi quotidiani, analizzati nei momenti peggiori, dove rabbia e cinismo si mescolano insieme. Personaggi spesso al limite del visionario, fuori dagli schemi. In alcuni casi il lettore non capisce se siano reali o frutto della fantasia di chi in quel momento sta narrando la storia.
I protagonisti hanno il coraggio di dire ed esprimere concetti e idee che forse noi tutti vorremo fare, di rivolgersi con il proprio interlocutore senza quella dovuta educazione, seguendo gli istinti più animaleschi e irrazionali, senza però mai dimenticarsi di intervallare il tutto con qualche momento di nostalgia e amore, come quando si narra del ricordo della madre che stendeva la pasta fatta in casa o la moglie che cerca di consolare il marito in preda ad un attacco di nevrosi dovuto alla perdita del figlio.

«L’uomo cominciò a singhiozzare e sua moglie non riuscì a capire se fosse in preda a sussulti di freddo o a un pianto liberatorio.Stando in ginocchio, lo cinse con le braccia e lo strinse forte a sé…più tardi mangiarono pasta con le melenzane e dormirono nello stesso letto, come non capitava da un bel po’ di tempo”.

L’uomo si ritrova a vivere in una condizione dove spesso si sente estraneo, dove la violenza psichica e fisica prende il sopravvento, i racconti dell’autore mettono in evidenza le difficoltà comunicative tra gli esseri umani nella società odierna, dove dire la verità spesso è una forma di follia. Uomini e donne dall’animo sporco e pesante che provano a salvarsi annaspando nei loro stessi pozzi neri.

«Cosa cambia? Il mondo si sporcherà sempre di piscio e di merda, e con esso, la nostre case e i nostri cessi dorati. Nonostante tutti i nostri sforzi lo schifo arriverà, inesorabile e implacabile, e a te toccherà di pulire. Lo scopettino merdoso lo dobbiamo usare tutti prima o poi!
Ancora con questa storia dello scopettino?! Mi sa tanto che le tue pillole oggi non le hai prese . Dai Michele, alzati in piedi che ti porto dentro.»

Dario Miele

Luca Murano

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