La poetica celebrazione della nostalgia di Calogero Restivo

Posted by on Jul 27th, 2016 and filed under Recensioni. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. Both comments and pings are currently closed.

  All’alba tra i fiori di papavero” è la nuova raccolta di poesie di Calogero Restivo. In questo libro la realtà/sogno che con gli anni si è materializzata, nei versi, è diventata parola capace di riflettere ogni sua emozione. Ma i sogni di Calogero non erano sogni destinati a svanire, così come succede al risveglio poiché ogni attimo della sua vita non è mai stata lontana da ciò che crescendo, con il passare degli anni, si è lasciato alle spalle.

Le stagioni della sua vita, tramite i versi, scorrono davanti agli occhi di chi legge, lentamente, e quei giorni, ostinatamente tranquilli, tornano a scivolare attraverso le finestre del tempo, e intessono e riparano gli strappi dell’irrequietezza.

È la stessa poesia che dal cuore dell’Autore ci conduce nei meandri dei ricordi. Difatti tutta la sua produzione poetica, che non è poca, è la complessa raffigurazione dei sentimenti che colgono la dimensione del suo pensiero e la riempiono di voluttà per accompagnarci in silenzio per mano nel vecchio cortile della sua casa, che pur rimane un’isola piena di colori, suoni e canti.

La sua stessa giovinezza è stata un mondo inquietante in cui gli stessi sogni che prima gli riempivano la vita oggi lo riportano in quei luoghi incantati, affascinante itinerario umano e intellettuale.

In tutti questi anni Calogero Restivo non ha fatto altro che scrivere, ma lo ha fatto per tirare fuori ciò che dentro di sé spingeva per venir fuori allo scoperto. Il risultato è lo specchio che riflette la sua anima che comunque rimane un grande mare in tempesta e tutti i versi che ha prodotto sono il risultato di quelle grandi onde bianche dove si cullavano quieti i suoi pensieri.

Anche se gli anni trascorsi hanno portato in sé il peso della stanchezza e man mano hanno segnato e marcato il passo alla sua esistenza, la voce dei suoi versi hanno di continuo lasciato le sue orme. La poesia difatti cammina lungo i luoghi della sua fanciullezza e su questi sentieri continua a camminare a piedi nudi, bagnati dalla nostalgia di quel sole lontano che gli scaldava l’anima allora pronta ad affacciarsi alla vita.

Eppur oggi, neanche il tempo è riuscito a rimarginare le ferite del distacco dal paese nativo né a raffreddare il desiderio di ritornare tra i luoghi che lo videro nascere e crescere e che lo avevano reso felice e nello stesso tempo infelice.

La nostalgia del tempo andato è l’unico pensiero che lo conforta e Lui, che spesso si lascia rapire dalla “poesia” ha finito col farla diventare il centro della propria esistenza. Ed è per questo che la “parola” è diventa il mezzo per stendere le braccia laddove il respiro stesso si abbraccia con l’universo e si interroga con il mistero del cosmo, mentre con la penna coglie e trasmette quel pathos febbrile che lo governa.

Vera Ambra

Calogero Restivo, insegnante in pensione. Giovanissimo ha iniziato a scrivere poesie ma ha dovuto interrompere ogni esperienza letteraria per lunghissimo tempo.  Negli ultimi tempi iniziato a pubblicare le raccolte delle poesie giovanili, seguite dalla nuova produzione. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti.
Sue poesie figurano in molte antologie, tra cui quella del premio internazionale di poesia e narrativa Fortunato Pasqualino.

 

 

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