Riflessioni su “Esca viva”

Posted by on Mar 16th, 2015 and filed under News, Recensioni. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. Both comments and pings are currently closed.

Ieri sono improvvisamente ripiombata nell’infanzia, la mia, tranquilla e normale ma mi sono ricordata di un pensiero che avevo dimenticato: a volte da bambina avrei voluto che qualcuno capisse che avevo bisogno di aiuto, ma non ero in grado di chiederlo. Se non chiedi non avrai, come aveva detto Gesù “chiedete e vi sarà dato”. La vera difficoltà della vita quotidiana è proprio chiedere e chiedere aiuto sembra una “impresa” impossibile. Per una donna poi, è davvero inimmaginabile. Ma chiedere aiuto significa esprimere il coraggio di capire i  propri limiti. Perché solo col dialogo si entra in contatto con gli altri.

Sapete perché? Semplice: fin dai tempi più antichi le donne si sono trovate sole a risolvere le proprie difficoltà, non hanno mai avuto un uomo accanto quando vivevano in villaggi, in paesi, nelle periferie… gli uomini sono sempre stati in guerra, alle crociate, nei campi a lavorare, o in osteria, ma nel frattempo le donne hanno portato avanti la casa e la famiglia e la vita quotidiana. Quella monotona e invisibile, infatti gli uomini si sono accorti che non c’erano solo alla loro morte quando non si è più trovato nulla in casa, nei cassetti, nel frigo.  Essere donna ha rappresentato essere in secondo piano, maltrattata e poco considerata… forse perché gli uomini sapevano della nostra capacità intellettuale, spirituale e morale e a volte anche fisica.. un modo esiste per annullare questa superiorità: mortificarla e violentarla.

La storia di questo libro è la diretta continuazione di quanto ho appena considerato..

ESCA VIVA
Appena ho visto il titolo di questo libro ho pensato ad una esortazione in un momento di pericolo “esca viva, rapidamente da questo incendio” , poi ho pensato a una seconda interpretazione legata alla pesca, coloro che hanno l’hobby della pesca comprano esca viva per prendere pesci… -  (idea del pericolo e della difficoltà) entrambe le interpretazioni si possono utilizzare per questo lavoro. La storia ripercorre le esperienze della vita di una donna, la protagonista, Maria, che fin da bambina, tre anni, ha subito violenza. Poi ha continuato a subire ancora altre violenze, da parte di altre persone. Anche diventata donna si è ritrovata a subire violenza.

Vera Ambra ha dato voce ad una storia incredibilmente autentica, vissuta, allucinante, esperienza dolorosa e traumatica. Si snoda tra le esperienze della madre e le proprie, un rapporto di forte dolore che si inserisce nell’anima di questa bambina, per una madre rimasta incinta e poi sposata “per necessità” e già sofferente per la sua situazione. Angosce che si trasferiscono da una generazione all’altra.  Si tratta di storie che lasciano traumi profondi. Violenza subita ripetutamente in casa, da parte di un uomo (amante della madre) e da parte della madre perché la punisce per costringerla al silenzio. Tra le mura domestiche si vivono esperienze inimmaginabili. Invece di aver protezione una bimba vive nel silenzio, nella paura, nella sottomissione, quasi costringendosi a pensare che sia giusto quello che nemmeno capisce cosa sia. Portandola a subire ulteriormente violenza perché intrappolata nella paura e nel senso di colpa che si moltiplica con gli anni diventando un fardello pesante ed insostenibile, perdita della propria libertà di pensiero e di vita. Oggi si parla tanto di violenza, ma da questo libro esce una voce, forte, un urlo che inizia silenzioso ma che esplode assordante per riconquistare dignità, personalità e rispetto di se stessa.

La protagonista rivive tutto fino a comprendere le incomprensibili vicende, la classica situazione della vittima ed il carnefice, fino a perdonare, fino a capire le debolezze altrui, i momenti di disperazione ed il desiderio di rinascita. Questa è la voce di tutte le donne che nei secoli hanno subito lo stesso destino, un “coro”  che si leva alto in attesa di amore e rispetto per la dignità calpestata. Leggendo questa storia viene sgomento e incredulità, ma possiamo imparare ad amare di più, a riflettere sui motivi che portano a questi comportamenti; a perdonare il desiderio di possesso e conquista, perché non si può possedere un altro essere umano. Tutta l’umanità soffre quando un solo essere umano subisce violenza, e se si tratta di una donna è più terribile perché la donna è ritenuta inferiore. Quando gli uomini smetteranno di avere paura delle donne? Quando tutti saremo uguali nella società? Quale uomo ha inventato il termine “femminicidio” in uso ai giorni nostri, chiaramente dispregiativo perché non siamo femmine, questo termine si usa per gli animali, ma per le donne no! Purtroppo ricercando nel passato troviamo che La prima citazione di violenza su una donna la troviamo in Genesi (34, 2), “Sichem figlio di Camor, … la rapì e si unì a lei violentandola” determinando l’ira dei fratelli. Perché alcuni uomini pensano di potersi considerare uomini se violentano chi si trovano di fronte? Dietro a questo interrogativo esiste una storia di violenze vissute e subite e ripetute sugli altri. Da vittima divento carnefice. Ed il ciclo continua… lo stesso per la madre … sente la nascita della figlia come una ingiustizia per se stessa, privazione di libertà (vittima di una circostanza), e la tratta male diventando carnefice per vivere la propria vita pensando di essere libera avendo un amante… senza vedere oltre. Senza accorgersi di cosa succede nella stanza accanto.
Ricordiamo così  tutte le donne di tutti i secoli passati, e fino ai nostri giorni, che hanno sacrificato loro stesse per dare un insegnamento all’umanità; ricordare ci serve per evitare di ripetere gli stessi comportamenti ed imparare dagli errori commessi. Aiutiamoci ed aiutiamo le donne  gli uomini. E ringraziamo tutte le anime che si sono prestate perché noi potessimo capire e rispettare. Grazie a tutte. Forse potremo dare loro un piccolo segno di pace. E così potremo avere pace anche noi, nel nostro cuore. Grazie a  VERA che ha dato voce a tutto questo. Al lettore la possibilità di scoprire altre riflessioni personali. 

Prof.ssa Antonella Russo
Dipartimento di Scienze Biologiche Università di Catania

Comments are closed

È vietato l'uso delle immagini e dei testi non autorizzato.
© 2016 Associazione Akkuaria
Associazione Akkuaria Via Dalmazia 6 - 95127 Catania - cell 3394001417
Registrata Ufficio Atti Civili di Catania il 3 maggio 2001 al n.ro 6010-3 - C.F. 93109960877
scrivi a: veraambra@akkuaria.com