Esca viva

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Vera Ambra
Esca viva
Memorie di una vita incompiuta

 
pp. 238 – edizione 2014 – € 15,00
ISBN 978-88-6328-249-8

 

 La vita di “Maria” ha avuto inizio negli anni ’60, in Sicilia, una terra di forti contraddizioni e profonde passioni.
A raccontare la sua storia, sciaguratamente autentica, è stata l’abile penna di Vera Ambra.
Per lei non è stata un’impresa facile scavare nell’anima di Maria per far emergere il torbido che ha annerito i suoi anni migliori e non è stato facile neppure per Maria. Molti ricordi hanno incominciano a riaffiorare nel momento in cui, attraverso la delicata sensibilità dell’Autrice, non si è sentita giudicata ma voluta bene, amata, apprezzata.
Loro due, insieme, hanno ripercorso il tragitto di un lungo viaggio a ritroso nel tempo.
Ripercorrere le sue esperienze più dolorose è stato un atto di coraggio per entrambe.
Per Maria non è stato faticoso riaprire le porte di un passato irrimediabilmente presente e neanche per l’Autrice, cui è toccato svolgere il ruolo del medico impietoso che strappa di dosso i lembi di pelle morta dopo un’ustione di terzo grado.
Quella di Maria è una delle tante “storie scomode”, una di quelle che non si desidera conoscere né ascoltare; una storia di vita intessuta coi fili dell’ignoranza e ricamata con l’ago dell’omertà di chi, dall’alto del proprio squallore, legittima le prepotenze e transitata indisturbato nella vita degli altri e le calpesta.
È soprattutto la storia di una bambina che – per colpa di un “bastardo” – ha subito le conseguenze di chi, scandalosamente, ha deciso per lei. Era solamente una bimbetta indifesa, impreparata a difendersi da sola dalle persone che più le erano vicine, che conosceva e che facevano parte di quella fetta di spazio messo a sua disposizione per crescere e imparare. Una piccola creatura il cui benessere mentale sarebbe dipeso unicamente da chi la stava crescendo. Invece, proprio da chi non se lo aspettava, sono giunte le corde che l’hanno legata mani e piedi alla catena, condannandola a vivere nel limbo delle anime disperate.
Quella di Maria è anche la “storia scomoda” di una ragazzina che desiderava la morte perché sapeva di possedere un’anima sporca, marchiata a fuoco. Una ragazzina consapevole del fatto che dagli adulti non sarebbe arrivato mai un riparo dalle insidie della vita; e che non era pronta ad affrontare le umiliazioni, le difficoltà e tutti gli ostacoli in agguato.
Maria è una delle tante donne nascoste tra le pieghe di gonne violate da mani impunite. Una delle tante storie che rancorose, rantolano nelle rughe dell’esistenza di che nei loro ventri nascondono la colpa di essere nate femmine… nate per essere costrette a subire.

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