Con affetto sincero… lettera di Bojana Bratic

Posted by on Feb 19th, 2014 and filed under Akkuaria. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. Both comments and pings are currently closed.

Cara Vera,
È la sesta lettera di ringraziamenti che ti scrivo dopo tanti anni che ci conosciamo. La mia paura rimane sempre di non trovare le espressioni giuste per i vostri discorsi e le vostre iniziative. Dopo tutti questi anni, comincio anch’io, non “sicula”, a sentirmi parte della vostra terra da me sempre amata. Abbiamo festeggiato a Roma i quattordici anni di vita delle Vie dell’Arte dove si è riunita la gente più disparata per età, appartenenza geografica, professione, posizione sociale, tutti uniti dall’amore per l’arte, il desiderio di realizzare, nonostante tutto, i propri sogni, con un forte impegno verso il prossimo – nel campo dell’infanzia, dell’adolescenza, della terza età, dell’emigrazione e della integrazione.
Quattordici anni sono un bel traguardo per le esperienze, le lotte, le relazioni umane, rappresentano, allo stesso tempo, tanti piaceri personali, occasioni di viaggo e di nuove scoperte. Con i “piccoli giochi letterari”, ringraziando la mano tesa di Akkuaria, sono riuscita a maturare, a diventare serena e in un certo senso felice. E come me, suppongo, anche tanta altra gente akkuariana. La chiave del “miracolo” sta nel garbo e nella stima dell’altro, nell’amore verso gli umili e indifesi, dove la diversità non viene irrisa o manipolata, e dove ognuno ha il proprio posto al sole. La Sicilia mi sta a cuore perché, come il mio paese d’origine (la ex Jugoslavia), oggi soffre di un’ingiusta povertà e di un’ assurda collocazione periferica, mentre la sua gente è capace di capire i veri valori umani, i veri battiti dell’anima.
Fortunatamente la cultura è composta da un’eredità formatasi e custodita da secoli e secoli, in un susseguirsi di alti e bassi, con radici misteriose, piene di simboli e miti del passato. Una fusione di gente diversa, venuta da lontano o nata sul posto, fatta da conquistatori e da conquistati, che arricchisce, in continua espansione, la gente del posto. L’uomo è l’unico tra gli esseri viventi che collega, attraverso l’anima, la terra e il cielo, l’umiltà delle proprie origini terrestri e l’istinto divino della creazione.
Akkuaria, nei giorni passati a Roma, ha donato a tutti noi quella spinta sociale genuina, non contaminata di superbia e dominazione, umile e umana, molto più delle altre associazioni di questo tipo sparse per l’Italia. Vi auguro di rimanere “puri” come lo siete adesso. E di non idealizzare l’isolamento, sarebbe un grande sbaglio. Giustamente Vera Ambra ed Akkuaria hanno abbracciato tutta l’Italia e parte delle terre straniere.  Meglio senza lacrime tipo Merola, ma  con tanta costanza e lotta, aiutati dalla ricchezza culturale della vostra isola baciata dal sole e dalle sofferenze.
Proprio in relazione a queste riflessioni la figura di Aldo Forbice,  – dedicata all’affermazione dei diritti civili, alla lotta contro la violenza sui bambini e sulle donne, alla pena di morte, alla fame nel mondo, al traffico d’armi – è possibile condividere in pieno la sua affermazione, ovvero che il primo dovere dello scrittore sia la sincerità, e che la letteratura non possa non essere legata alla politica e all’impegno sociale. Aldo Forbice fu amico intimo di Fortunato Pasqualino che, attraverso il teatro dei pupi, ha presentato le ingiustizie umane, auspicando la vera missione nella vita: rafforzare le idee di un socialismo umanitario appartenente al filo ideologico politico-sociale, a quei tempi il vero predecessore del neorealismo nella letteratura e nella cultura italiana.
Riferendomi a questo concetto mi è sembrato interessantissimo l’intervento di Antonella Cavallo e Sonja Radaelli sulle detenute nel carcere femminile, dove la donna è considerata come rappresentante della parte più sofferente della società, relegata alla solitudine, alla mancanza di libertà personale, dove la scrittura svolge senz’altro un carattere terapeutico e vitale.
Roma ci ha regalato delle giornate primaverili piene di sole, gli alberi di Villa Borghese in fiore e un multietnico pullulare di gente per le strade e i parchi. Tra i pini secolari dei giardini e il brulichio allegro della gente ha regnato qualcosa di eterno, imperturbabile e sacro: la vita.
Grazie Vera, cara amica da tanti anni, per averci riunito, per continuare con il tuo lavoro costante e pieno di problemi e, soprattutto, per custodire dentro di te il rispetto e l’amore per le persone che ti hanno illuminato la strada. Uno speciale ringraziamento alla signora Barbara Olson Pasqualino, la cui nobiltà d’animo è un vero esempio per tutti noi. E ringrazio i poeti e gli scrittori, molti dei quali ci hanno commosso e riscaldato la vita con l’arte e con il cuore.
                                                                                     Con affetto sincero Bojana Bratic
Modena, 19. febbraio, 2014

foto di Savio Pagano

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