I numeri delle donne

Posted by on Nov 13th, 2012 and filed under Solidarietà. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. Both comments and pings are currently closed.

Non voglio confondervi con questo titolo che può voler dire tante cose: le donne in numeri cioè vi spiego le donne attraverso i numeri oppure quanto valgono le donne, quali sono le loro qualità! Mi piace giocare con le parole non come mezzo di divertissement fino a se stesso ma come  introduzione piacevole e leggiadra per un discorso che troppo spesso non può essere né piacevole né leggiadro.

Il discorso sulle donne mai come oggi è discorso difficile e irto di ambiguità. È un discorso che appena scorriamo le notizie sui giornali si macchia di sangue. Troppe le vittime del femminicidio, siamo a due donne al giorno massacrate spesso da chi le ha scelte per vivere insieme. La donna oscilla sulla carta stampata da una posizione di vittima a una di ridicolo e insulso giocattolo.

La donna vera, la donna quotidiana è spesso assente. Forse per questo la figura di Michelle Obama sta diventando un archetipo adorato da tutti. La moglie, la madre, l’amica. Queste tre sfaccettature della femminilità in lei racchiuse con forza vigore ed onestà la delineano come una tipologia di donna che somiglia a tante donne forti, amiche e compagne non solo del loro uomo ma di qualunque umana impresa quotidiana.

Michelle è la donna-donna, completa e fiera, una donna a tutto tondo che non ha dimenticato niente delle dolcezze della madre e della femminilità, ma ha acquistato il vigore di un quotidiano vissuto giorno dopo giorno a mente e viso aperto. Senza orpelli esagerati, ma senza durezze troppo lontane dall’abbraccio della donna. Il suo abbraccio al suo uomo è l’abbraccio di tutte le donne alla fiducia, alla speranza.
Questi sono i numeri delle donne di oggi, valgono veramente molto quando riescono ad esprimersi, a manifestare tutte le potenzialità che la donna racchiude. Ma non tutte le donne sono Michelle e di Michelle non hanno la visibilità e l’innegabile ferrea forza naturale. Anche se tutte, sopratutto in questi giorni, si sentono a lei vicine come amiche in una ammirazione che  ne riconosce la statuaria bellezza e la travolgente simpatia.

Con lei la solitudine dei numeri primi non esiste, lei è una numero uno ma avvolge, scardina, rinsalda, rinnova. Ecco siamo di nuovo al discorso sui numeri delle donne.Tendo a scivolare sulla matematica parlando di donne e sapete perché?
Perché oggi come oggi dobbiamo essere più concreti, meno fumosi, più realistici,nel discorso sulle donne.

È il tempo di analisi  della figura femminile. Studi di genere, parità e pari opportunità  sono parole che hano preso uno spazio necessario nella stampa.
 La donna è una presenza  sociale importante. Dal silenzio attorno alle problematiche femminili, dalle “ciacole” delle donne per le donne, dagli slogan urlati nei cortei femministi, insomma, finalmente oggi, da tutto questo  cosmo di voci, che conteneva tutto ed il contrario di tutto, siamo giunti ad un discorso serio e composto sulle donne. Dalla fase colorata  e variopinta   delle mimose e delle bandiere siamo giunti ad un percorso d’indagine scientifica e sistematica sui problemi della femminilità in relazione alla società italiana ed internazionale.
A Roma, ormai da qualche tempo,  è stato presentato l’Osservatorio Interuniversitario Sugli Studi di Genere, Parità e Pari opportunità.

Dalla fruttuosa collaborazione delle tre università statali della capitale, è nato il GIO-GENDER Interuniversity Observatory. Roma Tre, Sapienza e Tor Vergata- le tre università della capitale – hanno costituito  un osservatorio interuniversitario il cui  protocollo d’intesa è stato sottoscritto dai rettori dei tre atenei: Guido Fagiani (Roma Tre) Luigi Frati (Sapienza) e Renato Lauro (Tor Vergata ).

È un segnale molto importante per la  collettività e la società civile. Il progresso dunque, l’avanzare di una migliore qualità di vita non può più prescindere da un discorso sulle donne.

Il cosmo-donna, da problema, può  diventare soluzione. Cambia l’ottica che da millenni ci perseguita: chi dice donna non dice più danno! Ma anzi avvia un confronto, un dialogo, uno scambio, che da adesso in poi coinvolge addirittura il mondo universitario.
La lente per studiare la donna, per analizzare le sue problematiche, per chiarire le sue potenzialità, per aiutarla nello sviluppo delle sue risorse, è dunque una lente accademica.
Lo studio infine sulla donna non può che nobilitare ogni tentativo di affermazione del messaggio femminile nel sociale.
L’Osservatorio, presieduto dalla Prof.ssa Francesca Brezzi, delegata del Rettore di Roma Tre per le Pari opportunità, è nato con lo scopo di proseguire un confronto a più voci all’interno degli Atenei romani sugli studi e le ricerche sulle problematiche di genere, parità e pari opportunità, pensiero femminile e storia delle donne, presenza e rappresentanza femminile nella società.

 La Prof.ssa Marisa Ferrari Occhionero, delegata del Rettore de La Sapienza di Roma, membro  del Comitato Scientifico dell’Osservatorio, ci indica  così gli obiettivi dell’Osservatorio:
 “Gli obiettivi dell’Osservatorio sono dichiarati nello statuto e possono essere sintetizzati  in alcuni concetti precisi : la comunicazione tra tutti i soggetti che studiano la donna , la collaborazione tra gli Atenei per favorire un confronto a più voci in ambiti diversi, la promozione di attività culturali miranti allo studio dei problemi femminili, la creazione di una rete di collaborazione per un affettivo progresso della condizione femminile.

Sulla scia di questi progetti e programmi il 5 novembre si è svolto,  presso l’aula Odeion della Facoltà di Lettere alla Sapienza,  un interessante incontro “Le donne della Sapienza. Pari opportunità per pari capacità?”.
Dopo l’introduzione della Prof.ssa  Ferrari Occhionero, la Prof.ssa Gabriella Salinetti, del Nucleo di valutazione di Ateneo, ho presentato un interessante studio.
Mentre  Gabriella Salinetti  illustrava al pubblico, numeroso ed attento, la sua precisa e puntuale relazione statistica pensavo tra me che i numeri spesso raccontano e fotografano più di ogni altro mezzo espressivo la realtà. Sullo schermo vedevo scivolare in azzurro e rosa la realtà delle donne non solo nelle università ma in tutto il mondo. La fascia rosa benché composta di donne brave ed agguerrite rimane sempre sotto la fascia azzurra quando si parla di posti di lavoro ai vertici. Con grande garbo e il distacco della studiosa che non può fare a meno però di illustrare una situazione sbilanciata,  la Prof.ssa Salinetti ci ha detto la verità. Quella verità che dispiace alle donne ma dovrebbe pesare anche agli uomini.

All’incontro erano presenti molti uomini, docenti, presidi e anche il Rettore della Sapienza di Roma Luigi Frati che ha introdotto i lavori con la simpatia di sempre mostrando un’attenzione ed una disponibilità non sempre riscontrabili nei ruoli di prestigio.
Dunque la donna in numeri è una bella gatta da pelare! Perché la donna ha tutti i numeri per riuscire, per diventare risorsa, per accompagnare il cammino del progresso. Anche nelle discipline che la tradizione ha sempre immaginato riservate al maschio. La Prof.ssa Salinetti è la  stata la prima donna Preside e da preside oltre che da docente e studiosa, ci racconta quanto le donne siano brave negli studi, quanto siano capaci di applicarsi, quanto spazio regalano all’impegno quotidiano ed all’approfondimento di studi prima riservati al pianeta-uomo. Ma tutto questo non basta per assicurare alle donne un riconoscimento a pieno titolo delle loro qualità. La strada è ancora difficile ed irta di problemi. Il messaggio femminile, le proposte delle donne, i progetti delle donne debbono troppo spesso passare sotto il gioco pesante dell’ironia, dall’accantonemento fino ad arrivare a vere e proprie ridicolizzazioni dell’operato-donna. Rendendosi così, molto spesso, gli uomini protagonisti assoluti di quest’opera di ridicolizzazione non soltanto come elementi giudicanti ma come protagonisti  di questa distorsione della civile convivenza. Un po’ come quando i maschietti da bambini  prendevano in giro le zie, cugine e così via. Per rubare la marmellata!

Spesso  da grandi tentano di rubarci la dignità, ed è una bella lotta.Usano tutto anche le armi subdole dell’amore!

All’erta donne! In fondo non lasciarsi sopraffare è un servizio fatto anche a loro. Li aiutiamo a crescere.

Altrimenti resteremo tutte senza la marmellata e loro faranno indigestione.

E’ necessario scherzare, essere lievi a volte. Perchè i miracoli avvengono molto spesso per leggerezza.

Basta addentare la vita con gusto, con sapienza? Come le donne della Sapienza ci hanno raccontato con  il loro impegno e la loro tenacia. Tra gli altri interventi (una folta Tavola rotonda con nomi di grande spicco come Maria Serena Sapegno, Evelina Canale, Ilaria Capua, Patrizia De Rose, Paola Ferrari,  Fiorella Kostoris, Carla Milani, Luisa Todini)  non posso dimenticare l’intervento della europarlamentare Silvia Costa.  La sua dedizione  verso le donne ed i problemi delle donne è arcinota. Come è simile a quella di sempre la sua capacità di coinvolgere il pubblico con simpatia immediata. Ma a me ha creato anche un pochino di emozione : l’ho ritrovata proprio nella nostra Facoltà, Lettere, da dove ragazze siamo uscite piene di progetti e di speranze. Così  ritrovarla come allora mi ha fatto scendere anche un sorriso – o altro ancora ?- sulla guancia. Ho ricordato i suoi esordi in politica, i nostri interminabili discorsi da ragazze attorno alle pagine dei giornali. Insomma, che volete farci, sono una donna!

A volte l’emozione mi prende la mano.

Per fortuna! È un numero anche questo. Anzi forse è la somma di tutti i numeri!

L’addizione che può dare il risultato giusto e definitivo.

Anna Mana 

 
 

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